PAROLE DI APOLLO

Giuseppe Natoli

 

Introduzione

CIECO

Cieco con gli occhi che vedono, 

riassumo la mia vita 

su una pagina morta. 

Cieco attraverso il confine del mio dolore, 

ascolto una litania asfissiante, 

ed inciampo nel canto funereo del mio vivere. 

Cieco afferro la fune che stringe il mio cuore,  

ben visibile e benissimo la riconosco, 

tento di snodarla ma più tento  

e più il nodo s’infittisce e si ingarbuglia. 

Cieco con le pupille vigili e guardinghe 

per vedere bene il pugnale uccisore  

mentre affonda i suoi colpi su di me. 

Cieco provo a mordere questa mia cecità  

ma la sua tagliola m'imprigiona alla sua volontà. 

Cieco con gli occhi che hanno vista sul nulla, 

mentre tremante e madido di tristezza  

sorpasso il tempo futuro per conoscere 

l’esito luttuoso della mia vita. 

Cieco, come questa mia anima barcollante, 

tracollo e mi accascio sul marciapiede spento 

dove indarno ho camminato lungamente. 

Cieco come questa mia ora immobile  

osservo lo stagno imputridito e putrefatto  

in cui è caduto l’orologio della mia esistenza. 

Cieco, come questo mio mondo che mi ospita, 

ricerco una stilla di purezza strenuamente  

e per trovare quella gocciola navigherò ogni mare. 

 


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