Il profumo di gelsomino riempiva l'aria della notte, dolce e persistente, come un eco di qualcosa che Serena non riusciva a definire. Dalla finestra aperta del suo appartamento, la città sussurrava piano: il rumore lontano delle auto, il brusio soffocato di vite che scorrevano parallele alla sua.
Serena fissava il vuoto, una mano avvolta attorno a un bicchiere di vino rosso ormai dimenticato. La mente era un groviglio di pensieri, ma il cuore sembrava seguire un ritmo tutto suo, battendo con un'intensità che non riusciva a placare. Da giorni una sensazione la tormentava, un richiamo sordo che non poteva più ignorare.
Aveva sempre vissuto con prudenza, scegliendo le strade sicure, lontane da rischi e tentazioni. Ma ora, per la prima volta, si trovava sull’orlo di un precipizio, attratta da qualcosa di oscuro e sconosciuto. O meglio, da qualcuno. Alessandro.
Il loro primo incontro era stato casuale, eppure, fin dal primo sguardo, Serena aveva avvertito qualcosa. Una tensione elettrica, un gioco di sguardi che sembrava preludere a qualcosa di inevitabile. Da quel momento, le notti erano diventate un susseguirsi di pensieri intrusivi, immagini di mani che si cercavano, labbra che sussurravano segreti.
Il telefono vibrò sul tavolo, interrompendo il suo flusso di pensieri. Un messaggio. Lo schermo illuminò il buio con poche parole che la fecero rabbrividire:
"Vieni. Ti aspetto."
Il suo cuore accelerò, le dita tremavano mentre ripose il bicchiere e si alzò. Sapeva che non avrebbe dovuto, che quella strada poteva condurla verso un punto di non ritorno. Ma proprio per questo, forse, non poteva fare altro che seguirla.
Senza pensarci troppo, prese il cappotto, chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò inghiottire dalla notte.