Le iridi di Falena Bianca

Marco Stocco

 

Introduzione

Sono la chiazza dentro il tuo dipinto.

La testa in una nuvola, ed il corpo immobile al suolo.

Falena Bianca sapeva, e mi ha protetto fino all’ultimo spiraglio di vita.

Sono morto, non ho finto.

Come una nave che anela, durante la tempesta, il suo molo.

Costruisco recipienti di anime, ma si sgretola la creta.


Orpelli di ossidiana, a decorare il mio elogio.

Pitture rupestri, a ricordami le mie radici.

Le iridi che lentamente ti sfoggio.

Ho imparato una regola, conoscere i propri nemici.


Se solo sussulto, in compagnia mi zittisco.

Se la luce è solo immaginazione, i colori sono nei miei occhi.

Divelto il primo ricordo, ne accolgo un altro e lo finisco.

L’orologio ha conosciuto il mio tempo, sono terminati i rintocchi.



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