Eppure li ho sognati, bambini,
che giocavano senza pensieri,
sul bordo del mare dilatato
nell'immobilità del giorno.
.
Con il vento caldo che soffia,
accarezzando i capelli salmastri
al ritmo dondolante di una barca,
persa sotto nuvole di cotone.
.
Poi, la sabbia che s'immerge
nel verde smeraldo, fin dove
la barriera corallina disegna,
con tutti i colori del mondo.
.
Parliamo, io e un vecchio saggio,
mentre il pescato cuoce al fuoco,
ed è subito scusa per vivere
i nostri ricordi, misti a nostalgia.
.
C'è tutto qui, anche il tramonto
screziato d'immenso, ma,
distante dal tempo, dove la vita
rinasce diversa ai nostri occhi.
.
Lumi di candela bagnano
l'ombra calda della notte,
accompagnando, ancora,
le risate lontane di quei bambini.
.
Forse è ora di coricarsi, cullati,
da questa nenia incantata,
che le donne dell'isola cantano
da sempre, al posto delle favole.
.
Mi sono svegliato, incredulo,
udendo l'urlo opaco delle sirene,
che copre quello, straziante,
dei bambini, che non ridono più.
.
Incapace di capire se, veramente,
ciò a cui sto assistendo sia reale
o un incubo, da cui mi sveglierò,
forse, se il mondo lo vorrà.
.
Eppure li ho visti, a migliaia,
sorridenti con i loro amici,
ma è solo un sogno, evaporato
nella fila di profughi senza volto.
.
Allora ho guardato negli occhi
il vecchio saggio, per cercare di capire,
ma ho visto solo il riflesso
dei miei occhi, comi di lacrime.
.
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(Alessandro Pediti 04/03/2022)