Jeux d'enfants

Alessandro Pediti

 

Introduzione



Eppure li ho sognati, bambini, 

che giocavano senza pensieri,

sul bordo del mare dilatato

nell'immobilità del giorno.

.

Con il vento caldo che soffia,

accarezzando i capelli salmastri

al ritmo dondolante di una barca,

persa sotto nuvole di cotone.

.

Poi, la sabbia che s'immerge 

nel verde smeraldo, fin dove

la barriera corallina disegna,

con tutti i colori del mondo.

.

Parliamo, io e un vecchio saggio,

mentre il pescato cuoce al fuoco,

ed è subito scusa per vivere

i nostri ricordi, misti a nostalgia.

.

C'è tutto qui, anche il tramonto

screziato d'immenso, ma,

distante dal tempo, dove la vita

rinasce diversa ai nostri occhi.

.

Lumi di candela bagnano

l'ombra calda della notte,

accompagnando, ancora,

le risate lontane di quei bambini.

.

Forse è ora di coricarsi, cullati,

da questa nenia incantata,

che le donne dell'isola cantano

da sempre, al posto delle favole.

.

Mi sono svegliato, incredulo,

udendo l'urlo opaco delle sirene, 

che copre quello, straziante,

dei bambini, che non ridono più.

.

Incapace di capire se, veramente,

ciò a cui sto assistendo sia reale

o un incubo, da cui mi sveglierò,

forse, se il mondo lo vorrà.

.

Eppure li ho visti, a migliaia,

sorridenti con i loro amici,

ma è solo un sogno, evaporato

nella fila di profughi senza volto. 

.

Allora ho guardato negli occhi

il vecchio saggio, per cercare di capire,

ma ho visto solo il riflesso 

dei miei occhi, comi di lacrime.

.

.

(Alessandro Pediti 04/03/2022)




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